Rito dei Vasi fischianti peruviani

Origini       vasi-fischianti

Per migliaia di anni, varie culture native dell’area andina (Peru, Bolivia ed Ecuador) impiegarono nei rituali e cerimonie vasi di terracotta a doppia camera di foggia apparentemente bizzarra, tanto che gli archeologi li hanno scambiati per vasi per contenere l’acqua o altri liquidi. Si tratta invece di veri e propri strumenti sciamanici dall’effetto psicoacustico, noti come huascos presso gli Inca e huacas in lingua soagnola. Tali strumenti, se vi si soffia dentro, producono infatti suoni e vibrazioni che provocano l’accesso a stati espansi di coscienza.

Fra le civiltà che realizzarono quelli che oggi vengono definiti “vasi fischianti peruviani” vi furono gli Inca, i Moche, i Chimu, la cultura di Salinar, la cultura di Lambayeque e molte altre. I vasi erano oggetti talmente intimi da non essere tramandati da una generazione all’altra: venivano invece sepolti col proprietario. E’ molto probabile che ogni vaso venisse alla frequenza personale del proprietario. E’ certo inoltre che ogni cultura intonò i vasi a una certa frequenza di base, e che tale frequenza sdia aumentata col passare dal tempo. La produzione dei vasi fischianti fu interrotta all’epoca dell’invasione dei conquistadores spagnoli, iniziata nel 1532; la tradizione divenne a quel punto sotterranea o si perse del tutto, e tale è rimasta per oltre cinquecento anni. Oggi vi sono migliaia di vasi fischianti nei musei sudamericani e nel mondo, ma ufficialmente nessuno sa nulla di come venissero impiegati un tempo.

Il rito oggi

Il mio primo contatto coi vasi fischianti è avvenuto in maniera sincronica e magica il giorno del mio quarantaduesimo compleanno. Ho percepito tale accadimento come un dono dal passato, un regalo dal mondo degli Spiriti per facilitare l’espansione della coscienza e la guarigione mia e delle persone che si rivolgono a me.

Ho sviluppato un rituale che si avvale di quattro coppie di vasi fischianti (otto in totale), rappresentanti gli Spiriti dei quattro elementi: Aria, Fuoco, Acqua e Terra. Dopo essersi purificati con la fumigazione di erbe sacre quali cedro o salvia, i partecipanti si presentano e dichiarano un eventuale intento. Dopodiché ciascuno si sente chiamato a scegliere uno dei Vasi, e comincia a soffiarci dentro.

A quel punto comincia l’esperienza sciamanica o enteogena (“andare dentro”), che apre un portale di contatto con mondi “altri”. I partecipanti continuano a suonare i vasi per un tempo variabile in base a una serie di fattori non controllabili, e alla fine sentono che è tempo di terminare. Gli effetti sono percepibili molto chiaramente; colpisce in particolare il fatto che mentre si soffia si entra in una realtà parallela, dalla quale ci si scollega appena si smette di soffiare.
Tra gli effetti più comunemente riscontrati dai partecipanti vi sono un senso di allargamento della coscienza e delle percezioni, maggiore sensibilità ai colori, ai suoni e alle emozioni proprie e altrui, una espansione del cuore, visione di colori e simboli, contatto con la Madre Terra e le realtà spirituali, sentimenti di amore incondizionato, estasi sciamanica. L’effetto dei Vasi fischianti non si verifica nel caso il loro suono venga registrato, ed è molto minore per chi eventualmente ne ascoltasse il suono senza soffiarci dentro. In alcuni casi gli effetti durano in maniera residua anche dopo che l’esperienza è terminata.

Istruzioni pratiche

E’ fondamentale comprendere che il lavoro coi Vasi fischianti è un rito sacro e non un’esperienza da prendere alla leggera. E’ indispensabile avvicinarsi a questi strumenti ancestrali con un atteggiamento di devozione e rispetto.
Come per tutte le cerimonie sacre delle culture native e tribali, non è possibile partecipare durante il ciclo mestruale. La durata totale del rituale, tra preparazione e integrazione, non supera le quattro ore.

Per partecipare

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Vaso fischiante raffigurante un pappagallo. Huari, Peru 600-900 EC.

Testimonianze di alcuni partecipanti

Sogno fatto da una partecipante nel settembre 2011 (tre anni e mezzo prima di aver partecipato al rito, e senza sapere nulla dei Vasi fischianti)
“Mi trovo in un luogo  e  qualcosa mi dice Ande, Cuzco. Sto camminando e poco lontano da me Marco sta suonando un flauto. Osservo il panorama, indosso una gonna lunga e variopinta, in cielo volano degli uccelli grandi. Poco più sotto di me, ( mi trovo in alto) passa una specie di trenino e la musica che odo mi riporta indietro a vite passate. Mi fermo e vedo dei vasi di coccio con dentro della terra molto umida, strana. La tocco e inizia a muoversi!  Ha la consistenza di una grossa lumaca, occupa tutto lo spazio interno del vaso. Ora mi spavento perché quella forma ha assunto l’aspetto di un volto scheletrico!
Fuggo da lì e cerco Marco per raccontargli l’accaduto ma per tornare indietro devo passare da una scala con gradini alti e molto piccoli, quasi cubici e una ringhiera traballante da oltrepassare. Lo farei ma poi osservo e mi accorgo che poco oltre c’è un passaggio molto più semplice e normale. Raggiungo Marco che pare un giullare, un saltimbanco , vedo Elena che suona anche lei un flauto e degli uomini giovani che si sono tagliati i capelli corti. Uno di loro sta cambiando vita, si sta purificando. Lo bacio affettuosamente.
Non mi chiedo più  perché e  come accadano certi fatti , solamente  mi rendo conto  che  quando c’è una via da percorrere le cose arrivano in qualche modo ….anche da lontano.”
– Fiorella

 

“E’ stata una bellissima esperienza vissuta molto serenamente (io che ho sempre paura di cosa mi possa succedere). Non avevo espresso un intento preciso ma avevo chiesto che avvenisse cosa era meglio per me in quel momento. Ad un certo punto si è creato uno spazio “sacro” con gli altri partecipanti e sono entrata in uno stato meditativo, in una tranquillità assoluta senza spazio e senza tempo. Al termine mi sono sentita con la testa ripulita da pensieri, che nell’ultimo periodo erano stati tanti e pesanti. In quello stato di leggerezza e pulizia mentale sono rimasta poi ad ammirare il sole che tramontava, a sentire il freddo pungente, a sentirmi parte della natura che mi circondava. Spero di aver occasione di ripetere l’esperienza.”
Maria Angela

 

“Durante l’esperienza con i vasi fischianti ho percepito chiaramente la mia presenza dentro al corpo fisico (ero un corpo che suonava, una vibrazione unica, io stessa la vibrazione) e contemporaneamente mi sono sentita fuori, immersa in uno spazio non definibile, spettatrice dei suoni prodotti da tutti i partecipanti.
È stata un’esperienza nel tempo presente, in cui producevo onde sonore che uscivano dal vaso e da ogni singola parte del mio corpo, e contemporaneamente mi trovavo in un tempo indefinibile, senza tempo.
Ho vissuto momenti in cui mi sentivo da sola nello spazio temporale con immagini di luoghi, praterie estese senza fine, nelle quali a tratti percepivo la presenza degli altri del gruppo. Ero su un promontorio e vedevo tutta la distesa e allo stesso tempo comunicavo con gli altri tramite i suoni.
Sono giunte diverse immagini: animali, un rospo, per passare poi ad un certo punto al colore viola che ha preso tutto. Il vaso ed io eravamo una cosa sola. Il tempo aveva perso il suo senso comune, non sapevo quanto tempo fosse passato.
Alla fine mi sono vista nello spazio celeste, mi sentivo gigantesca ed ero seduta a gambe incrociate. In mano avevo una statuetta simile ad un Buddha con in braccio un bimbo, e tutt’intorno a me giravano vari pianeti. Un grande senso di pace, svuotamento, armonia e calore, tutto scorreva sereno in amore. C’era grande forza, presenza e unione col Tutto. Mi sentivo una cosa sola con tutto ciò che stava intorno, senza un confine tra me e il resto.
Mi ha fatto poi molto piacere trascorrere del tempo immersa nella natura.”
– Carla

 

“Non ho formulato alcun intento specifico per il rito, ma mi sono semplicemente affidato. Subito dopo aver iniziato a fischiare ho sentito un forte calore intenso e focalizzato come fosse un raggio laser nella parte bassa della colonna, tra il coccige e il sacro, poi è passato rapidamente.
Quindi mi è apparsa un’immagine molto nitida del viso di Cristo. Quindi altre immagini collegate ai personaggi dei fumetti! Infine mi è comparso il perimetro del mio corpo sottoforma di luce. Mi sono reso conto che il suo interno era trasparente e che non c’era più distinzione tra spazio interno ed esterno ma solo suono. Era come essere immersi in un mare di vibrazioni!
La settimana successiva ho avuto parecchi problemi nella parte bassa della schiena. Ho fatto esperienza di numerose scosse nei nervi come di assestamento tra coccige e sacro e lombari. Poi tutto si è sciolto e ora ho la netta sensazione che sia cambiato il mio assetto posturale. Mi sento più diritto e ho più forza nel sostenermi.
Dopo il rito ho acquisito consapevolezza del fatto che ho eretto una barriera che emerge nei momenti di sofferenza e che utilizzo per proteggermi da mondo esterno. Essa mi protegge, ma anche mi isola, ed io percepisco il mondo attraverso quel filtro. Ho compreso che necessito di continuare a lavorarci tramite i vari strumenti che conosco, ma soprattutto attraverso la vita stessa. Nel rito dei vasi fischianti il mondo spirituale mi ha fatto dei gran doni, sono molto riconoscente ad Amma e a tutte le forze misteriose che mi hanno aiutato, e non di meno a te che hai reso possibile questo rito.”
Alessandro

 

 

 

 

Vaso fischiante inca a doppia camera raffigurante una scimmia, Peru, 1200 – 1400 EC

 

“La cosa che ho percepito con maggiore intensità è stata la potenza del mio vaso, cioè: quando suonavo sentivo fortemente la vibrazione entrare dentro (anche se non ho percepito sensazioni fisiche particolari) mentre quando riprendevo fiato sentivo il suono dei miei compagni come molto debole e distante. Non aveva il potere di penetrarmi e creare circolarità col mio vaso. Durante tutta la cerimonia sono rimasto presente-lucido-nella realtà ordinaria: non ho “viaggiato” insomma. Al termine ero molto rilassato, come “sospeso” e piacevolmente stanco: ho dormito un’oretta che mi è parsa molto più lunga, poi è passata un’altra oretta in cui ho condiviso un piacevolissimo stato di silenzio anche con gli altri presenti.”
Marco Federico

” Ho vissuto un’esperienza percettiva completamente nuova. Appena ho avuto di fronte a me i vasi sono stata richiamata dal loro riverbero e dalla loro potente presenza. Ho scelto il vaso che raffigurava, oltre che un volto nativo dagli occhi molto grandi, anche una lucertola.
Quando abbiamo chiuso gli occhi e iniziato a soffiare nei vasi tutto quello che era me si è espanso attorno, tanto che non ho più sentito i confini del corpo e l’aria che entrava nei polmoni e fuoriusciva la percepivo da una nuova prospettiva allargata, non esclusivamente interna. Sono diventata soffio e suono e allo stesso tempo essi mi hanno attraversata: entrando dall’orecchio sinistro, passando per la testa e uscendo dall’orecchio destro, con un movimento velocissimo su una traiettoria circolare che attraversava in senso orario tutto il cerchio dei presenti.
Ho sperimentato poi la luce e il calore che il vaso sprigionava e il mio corpo con lui. Ogni volta che alzavo il vaso per suonarlo vedevo attraverso le palpebre la luce potente del sole, tanto più che ci ho messo un po’ a capire che non ero realmente rivolta alla luce del sole. Ho avvertito questa cosa quando mi sono resa conto che abbassando il vaso, il bagliore percepibile attraverso le palpebre si spegneva. Allora durante una pausa per riprendere fiato ho fatto un piccolo esperimento: ho alzato una mano di fronte agli occhi chiusi e ho avvertito che emetteva la stessa luce del vaso. Con gioia ho accolto la prova che io e il vaso siamo fatti della stessa luce. Anch’io posso essere Sole. Luce. Calore.
Un’esperienza oltre i confini del tempo che mi ha accompagnato con la stessa espansione e intensità anche a distanza di ore mentre scivolavo nel sonno. Un momento del rito che non dimenticherò è stato l’ascolto della descrizione degli ingredienti che sono stati cercati e assemblati per produrre i vasi. Ho viaggiato, annusato, ricercato ogni singola polvere, pietra, pigmento, sabbia, materiale insieme alla voce di Marco che leggeva uno degli elenchi più belli mai sentiti.”
Gloria

“All’inizio il suono mi dava quasi fastidio ma è sparito dopo un po’, forse perché il mio corpo aveva necessità di sintonizzarsi a quella frequenza. Poi man a mano che l’esperienza procedeva il suono si è moltiplicato, fuori e dentro di me. Non sapevo più da dove arrivava, se ero io oppure i miei compagni. A volte interrompevo perché alla mia destra non sentivo più nessuno suonare e con mio stupore constatato che non era vero. Immagini e sensazioni continuamente diverse si sono susseguite per tutta l’esperienza facendomi perdere la cognizione del tempo come pure la presenza nel corpo ma assolutamente piacevole. Finita la sessione per qualche ora son rimasto un pò rintronato e con la netta sensazione che le vibrazioni emanate dai vasi continuassero a lavorare sia sul corpo che su altre frequenze.”
Sandro

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