L’emergenza scatenata dalla pandemia, la crisi sanitaria e la quarantena innescano in ciascuno dinamiche che fino ad ora erano sopite, nascoste, inconsce. Sia a livello individuale, che relazionale e sociale. L’ondata di paura collettiva che ci ha investiti, spesso alimentata da informazioni confuse e contraddittorie che ci giungono dai media, è dal punto di vista energetico un’egregora che si nutre di noi e ci mangia dentro.
Gli antichi insegnamenti dei popoli tribali, unitamente alle conoscenze sapienziali delle tradizioni orientali, unitamente alla tradizione esoterica occidentale, offrono un punto di vista più ampio e di grande respiro alle ristrette visioni egoiche, politiche e sociali proposte – e spesso imposte – dalla narrazione televisiva e dei giornali mainstream.
[Foto di Richard Iwaki]
Mettendo a frutto gli insegnamenti ricevuti direttamente da rappresentanti autentici delle tradizioni sapienziali e native americane, propongo una visione spirituale e concreta della realtà che stiamo vivendo in questo periodo difficile. A partire dal fatto che questo evento traumatico planetario costringe ciascuno di noi a fermarsi, guardarsi dentro e riconoscere le proprie ombre.
Scoprire, riscoprire e utilizzare strumenti come la meditazione, l’introspezione, la preghiera spontanea e il servizio disinteressato verso chi ha bisogno ci danno la possibilità di trasformare l’impossibilità di muoversi da casa e le tante limitazioni e fatiche quotidiane in una occasione imperdibile per andare dentro noi stessi. Per chiederci come vogliamo essere e come vogliamo che sia il mondo che verrà. Scopriremo così che la Madre Terra ci ha inviato questo virus nonper punirci o ucciderci, quanto per richiamarci alle nostre responsabilità di Custodi della Vita in tutte le sue forme: minerali, vegetali, animali, umane… e oltre.
Abbiamo compreso che inquinare nostra Madre, violentare lei e i suoi figli, compresi gli animali sfruttati negli allevamenti intensivi, ci si ritorce contro? Il tuo cuore è abbastanza vivo da percepire la verità di tutto questo, o hai bisogno di prove scientifiche? I Maestri spirituali e i popoli indigeni affermano che la Terra ci ama, e non ha bisogno di nulla da noi. Siamo noi ad avere bisogno. Come una madre disciplina i propri figli quando si mettono in situazioni di pericolo, la Terra ci ha mandato un avvertimento forte e chiaro.
Ciascuno di noi è chiamato a fare la propria parte. Scegliendo non tanto di aver ragione, quanto di essere felice. Testimoniando del proprio amore verso la Terra, ed esprimendolo nelle grandi ma soprattutto nelle piccole cose. Partendo dai familiari e dalle persone care. Dal prato, dal parco o dal bosco vicino a casa. Guardandosi dentro, anziché giudicando le mancanze altrui. Accendendo la luce dentro di sé invece che imprecare contro l’ombra.
Come vogliamo che sia il mondo che verrà? E quindi, e ancor prima, come vogliamo essere a partire da subito?
Smettiamo di dare forza a realtà distopiche. Osserviamo le tante paure rispetto al futuro: la paura di ammalarsi, la perdita di lavoro, le incertezze, i cambiamenti inevitabili. Ma anche le angosce scatenate da chi vuole approfittare della confusione e del terrore per controllare, soggiogare, schiavizzare il genere umano. Diamo invece forza alla libertà, all’amore incondizionato, alla gioia, alla pace, alla comprensione reciproca, alla voglia di vivere.
Cominciamo a sognare. Osiamo sognare. E cominciamo a realizzare i nostri sogni, dentro di noi. I semi fioriranno.
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